Episodio 9: kiwi food experience

02.06.2012 15:50

In giro per l'Europa ci capita spesso di incrociare gente che sfreccia sui marciapiedi con in mano un caffé in una traditrice divisa anti infortunistica e un sacchetto con del cibo x da mangiare poi dopo essere fuggiti dal casino dei mezzi pubblici e del traffico. Il caffè di Starbucks sarà anche una grande invenzione ma per colpa sua noi ci facciamo sempre i primi 3 o 4 giorni di viaggio con la punta della lingua ustionata...ok ammetto che la prima volta il danno è stato esteso...comunque ancora ad Auckland siamo riusciti a lasciarci qualche cm di papille su quel maledetto bicchierino di carta. Ci sarà il trucchetto come per il pollo fucsia del mac? Come fanno a farlo rimanere bollente per delle mezze ore?

I nostri pasti NZ sono stati tutti diversi e li considererei tutti esperienze a sè. Intanto il momento migliore della magnata kiwi è stato quello della colazione. Abbiamo provato TUTTO, rimanendo fissi solo sul long black e la cioccolata calda (con marsh mellow bianco o rosa...nel caso si vada giù di zuccheri eh...meglio non rischiare). In ordine sparso abbiamo assaggiato: brownies, torte al cioccolato, cheese cakes, scones, muffins di vari tipi, pancakes, waffles, french toasts, me ne dimentico qualcuno? Forse sì. Siamo andati abbastanza a caso nella scelta dei posti, non siamo stati consigliati e solo in un paio di casi abbiamo seguito le indicazioni della guida: a Wanaka (e abbiamo fatto bene) e a Invercargill (ed era impossibile sbagliare perchè c'era solo quel posto per la colazione). Ricordo con la bava alla bocca la colazione di Wanaka: 4 pancakes con buccine di limone grattugiato dentro all'impasto, sopra una banana grigliata, fragole, lamponi e mirtilli freschi e poi salsa alla vaniglia e arancia. Dopo sarebbe stata salutare una sciata nei vicini impianti e invece mi sono trascinata reggendomi i pantaloni sbottonati fino alla macchina per affrontare (seduta) i successivi 350 km...il mio girocoscia ringrazia. A Invercargill invece c'è stata la signora che ci ha fatto un meridionalissimo baracchino augurandoci buon viaggio. Comune a tutti i posti: una buonissima colazione, gentilezza e un po' di attesa...ovviamente se vuoi fare colazione seduto hai anche tempo per mangiare, no? Di solito entrando in una caffetteria si ordina alla cassa, si paga e poi si ritorna al tavolo con un numerino impalato su un'asta che indica l'ordinazione, al tavolo si poltrisce finchè non arriva da bere e da mangiare, sempre presentato bene, sempre caldo. Sarà stato che eravamo in vacanza, ma di colazioni così tranquille ne ricordo pochissime. Inevitabile il paragone con quello che succede normalmente a casa nostra: sveglia alle 7, i bambini scendono alle 7.30, trovano già tutto sul tavolo, ma rimangono a fissare il cibo per 15 preziosissimi minuti quasi potesse masticarsi e digerirsi là, sul tavolo…solo con la forza del rincoglionimento mattutino. E mentre loro cercano la prova ontologica dell’esistenza della colazione, il papà come un pitone trangugia tutto senza masticare sapendo che ormai solo una frattura spaziotemporale potrebbe aiutarlo a bollare in orario. Io sono immobilizzata con il nanerottolo in braccio perché sopra mamma il bicchierozzo di latte è buono, sul seggiolone fa schifo. Abbiamo provato un tot di volte: in braccio buono, sul seggiolone schifo, in braccio buono, seggiolone schifo. E va be’, 45 secondi incondizionati di poltrona si possono fare, poi devo iniziare il cheerleading del mattino per riuscire a mettere sulla soglia i due grandi, uno lento e l’altra pigra, mentre il papà con l’occhio già pallato cerca di caricarli in macchina e portarli a scuola. Adesso, con una macchina in meno, facciamo ancora più ridere: Duncan a piedi parte prima, Raven appesa dietro al papà sulla moto con in testa il casco della mamma, arriva già ganza in moto tra la meraviglia dei compagnuzzi. Anticipiamo l’adolescenza…

La colazione kiwi dei weekend, da quello che abbiamo potuto vedere nelle caffetterie, si fa in tutta tranquillità, in abiti informalissimi e spesso i bimbi sono ancora in pigiama…se fate un giro dalle nostre parti, la domenica mattina potreste incorrere in una sfilata di burlesque su tacco 12 in direzione messa delle 9. Se poi guardate meglio, noi non ci siamo. E se doveste usare google maps mi vedreste cacciare in giardino tutti e tre i bambini che, inspiegabilmente svegli dalle 7, tentano di tirare giù dal letto mamma e papà dicendo di aver fame. Noi le abbiamo provate tutte tranne gli psicofarmaci (per ora), abbiamo simulato sordità, immobilismo, morte, oscurato le finestre, programmato i cartoni, abbiamo perfino montato un orologio a proiezione con scritta l’ora in cui potevano svegliarci (facciamo finta di essere genitori progressisti…). NIENTE. Quando non si deve andare a scuola si svegliano minimo mezzora prima del solito. Allora scendo e li foraggio, poi fuori a giocare.

Probabilmente i nostri vicini di casa kiwi sentiranno abbaiare parecchio in italiano, specialmente al mattino.

Dopo qualche giorno di colazioni kiwi ci siamo trovati a dover decidere da che parte stare: noi italiani non siamo abituati a mangiare certe cose a quelle ore, soprattutto al sud, dove va molto ancora la colazione anglosassone, funghi saltati, patate arrosto, omelette o uova strapazzate, wurstel, fagioli rossi. Per noi la colazione non è abbondante ed è una cosa veloce (per poi crepare a metà mattina tra capogiri, nausea e ‘vogliadiqualcosadibuono’), forse così evitiamo di avere problemi cardiovascolari a 25 anni, però resta il fatto che se cambiamo posto e cultura, anche noi inevitabilmente cambieremo abitudini. Allora tra Jedi e Sith…abbiamo deciso di fare un mese da Sith, abbiamo ceduto al lato oscuro della pasticceria neozelandese sopprimendo il pranzo o riducendolo brutalmente. Uno dei pochi pranzi degni di questo nome, per l’orario e non per il contenuto nutritivo, è stato quello sulla West Coast, in un posto talmente isolato che all’ingresso del paese (che poi era un motel e una pompa di benzina) c’era scritto ‘se qui avete meno di metà serbatoio meglio fare il pieno, il centro più vicino è a 150 km’. Ok, thanks for sharing…facciamo il pieno va’. Là abbiamo potuto scegliere tra Fish ‘n Chips con Pepsi o Nuggets ‘n Chips con Pepsi, la signora si scusa dicendo che il prossimo rifornimento di cibo sarebbe avvenuto dopo 10 giorni circa, il non fritto era terminato. Il non fritto tra l’altro prevedeva Hot Dog ‘n Chips. I miei trigliceridi mi chiedono di salire in macchina e guidare fino a Christchurch piuttosto…in alternativa almeno mangiare un po’ di erba di prato. E invece no, si mangia il fritto e silenzio cazzo, qui comando io. Quella notte ho sognato minestrone e crostini, non scherzo.

Un altro pranzo nei pressi dell’Abel Tasman è stato memorabile perché, così tanto per fare conversation, nel salutare la signora alla cassa abbiamo detto sorridendo di essere affamati e la cuoca dopo un quarto d’ora è uscita dalla cucina con un paninazzo al pollo alto una spanna, di quelli che se mordi da una parte il pollo scivola dall’altra e poi ti trovi a leccarti i gomiti sporchi di maionese, ogni tanto ci lanciava un’occhiata di approvazione per vedere se saremmo riusciti a far fuori tutte le patatine dal cestello grondante…ovviamente sì…non essendoci una banana grigliata sopra uno ce la può anche fare. Avrei chiesto di farci una foto da appendere a Milano in Piazza Duomo durante la settimana della moda…tanto per schifare quelle anoressiche di ‘staceppa.

Le cene invece meritano qualche riga in più, intanto abbiamo provato tutti gli etnici possibili immaginabili e ci siamo trovati benissimo. Al contrario dell’Italia, l’etnico in nz è un posto normale, non per fighetti, per cui il conto non parte dai 50 euro a testa in su…e questo è già un punto a favore. Abbiamo assaggiato il thailandese (noodles del take away di Auckland vicino al city garden lodge e di uno dei ristoranti di Dunedin notevoli), indiano (Wellington in Cuba Street, Kaikoura) messicano (Nelson), italiano (Wellington in Courtney Place e a casa di Kuki), cinese (non mi ricordo), a volte abbiamo cucinato noi a volte abbiamo saltato il pasto per la stanchezza. Poi al Franz Joseph, ad Invercargill e a Wellington abbiamo mangiato kiwi, grandi piattoni di carne con un gusto buonissimo, verdure arrosto e salse da far scarpetta. Tutto innaffiato da buona birra o vino. Abbiamo notato che i locali sono pieni anche in settimana, forse dipende dai posti, ma non si può dire che i kiwi non amino variare sul cibo, anche se quando si tratta di cucinare sembra che corrano ai ripari dentro ad un take away, per spendere meno, per poca voglia, per incapacità forse. Se ci sono posti dove si trova la fila in nz state sicuri che sono i take away. Neanche al supermercato trovate così tanta gente.

Solo un posto si è guadagnato il nostro odio per sempre, il Lone Star...poi abbiamo scoperto che è una catena e il nostro odio è aumentato. A Wanaka, affamati e stanchi, prendiamo la macchina per andare in questo cosiddetto 'posto strafico' e molto frequentato. Entriamo e ci dicono che c'è da aspettare una ventina di minuti, ci accompagnano al bar e noi siccome eravamo stravolti decidiamo di non bere a stomaco vuoto. I 20 minuti diventano 40, tutti vengono richiamati dalle stronzissime cameriere, noi rimaniamo come 2 scemi là a ciucciarci partite di rugby una via l'altra dagli archivi del 1972 ad oggi. Decidiamo di chiedere e poi ci folgora un'intuizione: siamo 2 tacchini. Se non bevi non ti chiamano per un tavolo, conoscendo i kiwi che se ne fanno almeno 4 in 20 minuti con noi il margine di guadagno è toppo ristretto per cui o beviamo o niente. NIENTE, per noi gente così deve chiudere subito, o almeno scrivere un cartello fuori giusto per essere chiari. Quella sera abbiamo mangiato al volo, tardissimo e incazzati. Sono le piccole cose che ti fanno sentire poco benvenuto, preso in giro, una sensazione amara quando si è lontani da casa. Siccome siamo bastardi abbiamo fatto la prova del nove al successivo Lone Star che abbiamo beccato, eravamo ad Invercargill, siamo entrati e abbiamo chiesto un tavolo. Questa volta si vedeva da fuori che c'era molto posto, ma la risposta è stata la stessa, 20 minuti, prego accomodatevi al bar. Io sorridendo gli rispondo 'stocazzo, andiamo al Waxy O'Shea, si mangia meglio e ci fanno sedere subito. Ciao'. Dollari spesi bene quelli al Waxy. Divano davanti al maxischermo, Guinness e Gulash, fuori vento e pioggia...chi stava meglio di noi?