Episodio 8: L'inglese e altre facezie

30.05.2012 14:22

'Che palle oggi ho 2 ore di inglese', lo so ve lo leggo nel pensiero, ce l'avete scritto in faccia che entrate in classe perchè fuori fa o troppo freddo o troppo caldo oppure il bar è chiuso per ferie. Non ve lo posso gridare fortissimo sputacchiandovi addosso dalla cattedra, ma ve l'ho ripetuto milioni di volte con toni più o meno composti: senza l'inglese adesso non andate da nessuna parte, e ritenetevi fortunati, perchè forse voi siete ancora parte di quella generazione che ce la potrebbe fare con l'inglese, ai vostri nipoti sarà richiesto il cinese...e allora neanche io potrò aiutarvi. Fasciatevi pure la testa perchè se continuate a stare accasciati sulle sedie come dei polpi in coma a fare le bolle di saliva...be' di sicuro si romperà. Potete allungare la sofferenza vostra e delle vostre famiglie infilandovi all'Università senza includere l'inglese, senza pensare all'Erasmus, scegliendo un corsetto di inglese al British, ma senza impegno. Poi con la vostra laurea e il 25% di disoccupazione giovanile vi troverete a cercare lavoro all'estero: che lingue parlate correntemente? E scrivere invece? Il portoghese lo parlate? Spagnolo? Francese? Cinese? Giapponese? Inglese? Hindi? Tedesco? Niente? Ok, allora la questione si fa ostica. Non vuol dire che non si può fare eh, ma capirete che la gavetta sarà lunga e faticosa. Specialmente per gli italiani viziatelli, quelli che sono laureati e quindi non possono assolutamente fare il cameriere, il mozzo, il baby sitter. Ok dai allora: 10 minuti di realtà virtuale. Siete un ingegnere biomedico laureato col massimo dei voti in Italia. Non vi piace l'ingegnere biomedico, allora il logopedista, lo psicologo, il geometra...decidete voi. Il vostro primo giorno di lavoro nel paese che vi accoglie si dovrebbe articolare più o meno così: arrivo, saluti e presentazione, indicazioni di massima su ciò che vi compete e via dentro il tunnel. Siate sinceri, cosa riuscireste a fare così al brucio in lingua straniera? C'è gente che dopo anni di studio in queste occasioni ancora perde le bave e si impalla. Quindi se non sapete l'inglese e proprio siete decisi ad andare in NZ fatevi due conti. Come persona del mestiere vi avverto subito che occorrono alcuni mesi full time per imparare l'inglese, i tempi si allungano con l'età e se dovete fare un inglese di nicchia (medico, ingegneristico, informatico) si deve andare per gradi. Ergo più tempo e più soldi. Arrivare con 'niente inglese' può evolversi in vari modi, ma è sempre bene tenere presente il peggio che potrebbe capitare: poca socializzazione, ghettizzazione, impiego di basso profilo, incazzatura e fallimento con conseguente ritorno a casa. Ulteriori calcoli: una casa in Italia ce l'avete ancora o l'avete venduta quando avete deciso di partire? Il lavoro invece? E' lì che vi aspetta o adesso c'è una valchiria bionda che galoppa tra il vostro ex ufficio e quello del responsabile? E' complicato, per questo si deve andare piano e senza fretta e bisogna essere tanto umili da non sopravvalutarsi. 'io ce la faccio perchè...' e chi lo sa poi che succede? L'italiano all'estero spesso si stupisce che gli altri non parlino la sua lingua, certo anche gli inglesi lo fanno, ma siccome il mondo è ingiusto loro hanno ragione e noi no. Sono passati millenni dal Sacro Romano Impero e, anche se c'è qualcuno che ancora farebbe Messa in latino, cioiosamente cirato di spalle, i nostri anni di gloria sono tramontati, affondati, si sono afflosciati con una grande pernacchia. Biasimiamoci e smettiamola di fare i tronfi. Nessuno ha bisogno di noi, ma noi possiamo sempre provare a renderci indispensabili. La chiave del successo è la professionalità unita alla lingua, non la professionalità da sola, non la lingua da sola, altrimenti grande pernakkien, come noi ce ne sono a milioni. 

La NZ ha poi un gradino di difficoltà in più: l'accento è unico e in più ogni tanto c'è qualche parola maori che fa capolino. In Kiwi English le vocali hanno una pronuncia diversa, anche la musicalità e l'intonazione colpiscono l'orecchio non abituato. Il primo dei nostri incidenti frontali l'abbiamo avuto alla dogana, quando il famoso troll ci ha fatto il terzo grado, ma insomma le informazioni richieste erano abbastanza semplici, solo in ordine sparso...

Il secondo frontale al telefono con il car rental e il suo cazzo di ìxellent...era tutto ìxellent. Poi tutto in discesa, informazioni, backpackers, ristoranti e caffetterie. Tranne dove c'erano asiatici, quelli sono ostici...non so perchè ma proprio faccio difficoltà a capirli. Ascoltavamo la radio e più o meno afferravamo quasi tutto, iniziavamo ad abituarci ai suoni e al fatto che si mangiano pure le T se possono, e possono quasi sempre.

Una buona prova è stata quella delle Waitomo Caves, la prima grotta la facciamo con una guida maori e va tutto benissimo, si capisce, facciamo domande, lui risponde e ci sentiamo molto ganzi; la seconda grotta la facciamo con un vecchio kiwi con un accento talmente marcato che non ho mai, ripeto, mai capito una frase per intero, vergogna immensa. Si fermava ogni tanto, noi annuivamo sorridendo, lui era soddisfatto e noi ci sentivamo delle merde. Da buon kiwi ad un certo punto si ferma e mi chiede se ce le abbiamo anche noi nel nostro paese le grotte...ecco l'ultima volta che mi sono trovata in questa situazione ero in un ostello in Germania e una Finlandese di nome Paivi mi aveva appena chiesto se anche noi in Italia abbiamo la Nutella. Traendo spunto dalla domanda di Paivi quel giorno ho insegnato ad una comitiva di ragazzi provenienti da vari paesi europei come si manda a fanculo in Italiano senza bisogno di parole. Si afferra il gomito del fanculizzato lo si solleva di scatto e gli si indica una destinazione lontana con la mano di taglio, in alternativa si fa il gesto di lanciare qualcosa dietro le proprie spalle, ci si alza e si va via, lasciando la sedia scostata dal tavolo per stizza. Dubito che il vecchio e rugoso kiwi avrebbe capito e allora gli ho risposto 'Oh it's amazing here! You have the most beautiful caves I've ever seen in my life' (Fucking liar) e lui ne è stato molto contento. Poi ci ha detto che i cinesi hanno cercato di riprodurre il glow worm, ma il loro non brilla, ha scaracchiato per terra e ha riniziato la visita. Alla fine ci ha chiesto la provenienza e gli abbiamo risposto Italy. 'Eh?', 'Italy', 'Dunno where it is.' Noi ci siamo guardati allibiti. Due australiani in tenuta da giovane esploratore (non scherzo) ripetono 'Idli' e il vecchio kiwi fa 'Ah! Idli'...eh ma allora ditelo, grazie per la traduzione. Mah! 

Un bel giorno poi, verso la fine del viaggio, quando proprio pensavamo di essercela cavata degnamente e che tutto sarebbe stato sempre meglio, entriamo al KFC di Invercargill.

'eiiefmvnsdkfsdfeeiknaaadekevejiaslokdgn?'

'Pardon???'

''eiiefmvnsdkfsdfeeiknaaadekevejiaslokdgn?'

'O minchia...' Guardo mio marito, lui fa finta di nulla e ordina...giustamente, cazzo ci vai a fare in un KFC, ordini del pollo fritto.

'aimnedisotiiseeaudoaii'

'I'm sorry, can you speak slowly? I'm not used to your accent!'

'a i m n e d i s o t i i s e e a u d o a i i'

'O senti cazzo io questa non la capisco, tu la capisci?'

'Ma no però porca vacca sei tu l'insegnante d'inglese'....Mmmmm nervi pazzeschi.

'Ok that's it. How much?'

'14$' , questa l'ho capita.

'Here you are, thank you...Just one thing...You've been speaking English, right?'

'What?'

'Ok nevermind, thank you.' Mavaffanculova.