Lock it or loose it

08.06.2012 08:56

Io sono cresciuta in un quartiere in cui se lasciavi qualcosa in vista dentro all'auto non trovavi più o la cosa o l'auto. A seconda di quanto era facile fotterti l'auto. Per questo di solito si evitava di parcheggiare all'angolo delle strade o ai bordi dei passi carrabili. Mio padre parcheggiava stretto stretto tra una macchina e l'altra faceva un paio di giri in più per evitare di lasciarla davanti al gommista, che inevitabilmente cedeva alla tentazione di fotterci la ruota di scorta che ci aveva appena venduto, per poi rivendercela...sempre la stessa, 'sta ruota entrava in macchina di mattina e usciva di notte, regolare. Una volta non trovando altri posti ha parcheggiato nel vicoletto del controviale di Corso Francia e nella notte ci hanno rubato una racchetta da tennis con le corde smosciate, la ruota di scorta (come sempre) e la cassetta di Celine Dion che cantava in francese. GRAZIE. In adolescenza facevo delle cose che adesso mi fanno seccare l'inchiostro.

Il nostro vicino di sotto, ogni volta che arrivava da lavoro, smontava dal bagagliaio la cappelliera con attaccati gli altoparlanti della radio (aveva dei bassi da paura che si sentivano dal quarto piano) e se la portava a casa. Lui sì che aveva capito con chi aveva a che fare! Però il poveretto, che faceva i turni alla catena di montaggio della Fiat, si trovava ad armeggiare alle 5 del mattino per rimontare tutto...e poi lo rismontava arrivato a Mirafiori dove lavorava (un altro quartiere frequentato dall'élite delinquenziale di Torino). Insomma la lega della giustizia eravamo noi, non Superman, non Wonderwoman. Noi combattevamo il crimine escogitando le cazzate più assurde. 

Mia madre una volta, durante il giro al mercato rionale, aveva deciso di dividere la spesa in diverse tranche per non portarsi dietro i bustoni pesanti da una bancarella all'altra. Dopo aver comprato la verdura, è tornata in macchina per lasciare 10mila lire di roba sul sedile e poi si è diretta ai banchi della frutta. Tornata con la frutta e non ha più trovato la verdura. Ecco, ingenui sì ma cretini no. La spesa è finita lì: si rischiava di andare a ricomprare la verdura e non trovare più la frutta o peggio la Uno rossa, che non dava niente nell'occhio nell'oceano di Uno grigie. E poi partivano le imprecazioni più divertenti e si dava la colpa ai tossici, agli zingari e ai meridionali (tra l'altro compaesani nostri) che più o meno si intrattenevano con le stesse attività, solo gli scopi erano diversi...va be' i tossici si rivendevano le melanzane perchè a loro piacevano di più le pere, ovvio.

Se dovessi contare tutte le volte che è sparita l'autoradio...non saprei dalle 10 alle 15 volte? Quella col frontalino, non so se vi ricordate...certo che sì. Loro si portavano via il dietro e noi collezionavamo frontalini, uno accanto all'altro.

Un'altra volta memorabile: mia madre preparava i panini per il viaggio in nave e mio padre faceva su e giù con i bagagli. Ora, noi abitavamo al 4° piano senza ascensore e probabilmente il nostro McGiver eroinomane aveva calcolato che un essere umano normale ci avrebbe messo almeno 10 minuti a fare andata e ritorno per le scale. Scena: mio padre chiude la portiera a chiave ed entra nel portone. Io dal balcone vedo McGiver che pianta un piede sulla portiera e tira da sopra. Fa un varco di una spanna e infila il braccio dentro per aprire la sicura. Intanto grido a papà che ci stanno aprendo (malamente) la macchina, mio padre afferra il rotolo del celofan con cui mamma stava avvolgendo i panini e dal 4 piano lo lancia addosso a McGiver. Lo centra in mezzo alla schiena e McGiver scappa arraffando al volo un paio di Ray-Ban (modello Easy Rider) dal cassetto del cruscotto. Ancora una volta GRAZIE. Mamma ma che cazzo di occhiali ti compravi?

Dopo quegli anni c'è stata la calma, mamma e papà hanno cambiato zona, io sono andata a studiare in Germania e le case automobilistiche hanno iniziato a produrre auto col codice, con le autoradio di serie, con il blocco accensione. Il nostro quartiere è diventato un mortorio. 

Mio marito invece all'epoca viveva in San Salvario, celebre quartiere di Torino adesso noto per la multiculturalità, ma prima di assumere un aggettivo politically correct 'la San Salvario multiculturale' la sostanza era: tante prostitute dell'est, una valanga di trans e i sopravvissuti all'eroina degli anni '80. Ecco per i primi due gruppi niente da dire a parte un grazie per tutte le volte che la nostra prostituta del cuore si sedeva sul cofano della nostra macchina...almeno non ce la rubavano; i terzi invece ci hanno giocato una serie di simpatici scherzetti. La nostra 500 azzurra, quando non custodita dal culo di Nastya, spariva da sotto casa e riappariva a Nichelino (sede storica dei tamarri torinesi) almeno una volta a settimana, di solito il venerdì sera. Un'altra volta la Panda sempre rossa che mi aveva prestato mamma l'ho ritrovata tutta sul marciapiede davanti al portone. Comunque GRAZIE, l'avevo lasciata a 3 isolati da casa...per fortuna il tossico abitava nel nostro stesso palazzo al piano terra...e mi aveva lasciato anche delle monetine nel posacenere, oltre che un mazzo di siringhe insanguinate. Poi dato che pioveva aveva provveduto anche ad appoggiare al telaio della macchina la portiera che aveva sradicato per rubarmela. Che gentiltossico.

Sempre lui una volta era riuscito ad entrare nella nostra cantina e a rubarci tutto: bici, tavole da snowboard, amplificatori (rotti, pirla di un pirla). Poi una mattina, mentre pascolavo il cane al giardinetto lì di fronte, l'ho incrociato e il minchione mi ha salutata pure...da sopra la MIA bici. A parte questa prova schiacciante, il cretino era talmente cretino che quando ci ha svuotato la cantina si era dimenticato le sue chiavi di casa per terra...la mattina successiva gli ho aperto la porta e gliele ho lasciate sul pavimento dell'ingresso. Avrei potuto ucciderlo di paura...sapete che fantastici scherzi vengono fuori da una bastarda e un rincoglionito eroinomane? La polizia di San Salvario aveva un quadernone di nostre denunce, le collezionava come noi collezioniamo i disegni dei nostri figli, con pazienza quando il commissariato era vuoto, a volte con sufficienza quando c'era appena stato uno strangolamento e io mi lamentavo per degli amplificatori rotti. Lapo era quello che ci dava più soddisfazioni però. Nessuno correva nudo per i marciapiedi con i vestiti in mano come lui, in fuga da uno dei suoi amanti di genere indefinito. Completamente pippato.

Una lunga premessa per dire che in NZ ci sono tanti cartelli, soprattutto nei parcheggi delle spiagge, con su scritto 'Lock it or Loose it'...quando li abbiamo letti ci siamo guardati e ci siamo detti 'Ma perchè qua se chiudi la macchina non ti fottono nulla? Ma anche i ladri sono rispettosi qui?' ('Ah no eh, se è chiusa è reato, non si fa!'). Il gestore di uno dei tanti ostelli ci ha consigliato di non lasciare macchine fotografiche o laptop in auto perchè i furti di oggetti sono diffusi. Noi l'abbiamo ringraziato, ma in fondo abbiamo pensato che fosse scemo perso...ma ti pare che lascio qualcosa in macchina? Faccio uscire perfino l'aria prima di chiudere tutto, hai presente dove siamo cresciuti? Dai lo ammetto una volta sul tram mi hanno fottuto un cellulare dalla tasca dei jeans e non me ne sono accorta...oddio pensavo che fosse il solito maniaco che aveva deciso per il frotteurismo nei giorni pari e per l'esibizionismo dei giorni dispari. Essendo giorno pari...ma quella è stata l'unica volta che sono riusciti a raggirarmi. Il ribrezzo ha avuto la meglio e non ho pensato che lo struscio fosse fumo negli occhi.

Noi siamo stati addestrati nella Tana delle Tigri del furto e del raggiro, vi pare che ci intimoriamo di fronte ad un paio di furti in auto e una manciata di topi d'appartamento?

Qualche settimana fa abbiamo ricevuto la mail di uno che diceva di voler comprare la nostra moto. Ci scrive che abita momentaneamente in Africa, che è un dottore di nazionalità francese e che è un amante della nostro modello di moto. Ci chiede gli estremi del bonifico e dice che provvederà a mandare un corriere a prelevare il mezzo. Ceeeeerto. La mia prima mail gli chiedeva conto del passaggio di proprietà e lui ha glissato, la mia seconda mail gli spiega che siamo noi i geni incontrastati della truffa, che non cerchi di fottere un italiano perchè tanto gli va male di sicuro. Ma ragazzi stiamo qui ad asciugare gli scogli? Volete che non traiamo qualche insegnamento dalla nostra classe politica? L'unica cosa che bisogna fare poi è perdere il vizio, smettere di vedere inculate ovunque e di relazionarsi agli altri con la paranoia dell'inganno dietro l'angolo. Certo il nostro istinto di Super Sayan dell'inculata è utile, ma ci rovina la quotidianità in posti in cui le nostre tipiche malizie sono inesistenti. Quando abbiamo restituito la macchina a Wellington e i ragazzi dell'Omega ci hanno fatto il controllo meccanico siamo stati malissimo perchè abbiamo creduto che avrebbero trovato la prima scusa possibile per farci pagare somme non dovute, magari inventandosi qualche guaio meccanico inesistente. E invece ci hanno accompagnato senza supplementi al porto. Che facciamo allora? Ci diamo una calmata? Proviamo a fidarci? Dai, teniamo gli occhi aperti ma...meno paranoie!