Pensiamo al trasloco...bleach
Di solito le coppie si danno una sorta di identità congiunta quando vanno a vivere insieme, noi invece contiamo gli anni associandovi i traslochi. Allora, primo nostro trasloco nel 2004: abbiamo lasciato Torino per la Valle d'Aosta, i mobili li abbiamo stipati in una sorta di deposito in campagna da conoscenti e noi siamo andati ad infilarci in un buco soprannominato la Batcaverna in pieno centro ad Aosta (550 euro al mese per 35 mq, una vergogna). Dato che qui siamo alle soglie del ridicolo ci tengo a precisare che la NOSTRA Batcaverna era sistemata su una galleria pedonale (non scherzo) che metteva in collegamento la via sempre pedonale di Aosta con il teatro romano, cioè non abbiamo trasformato nessun hangar in appartamento di lusso con mobili foderati di pelle umana come si usa nella famiglia Moratti. Il soprannome non ci è costato grande impegno...essendo la casa in uno dei vicoletti del centro storico il sole non arrivava mai, se non per 10 minuti il 21 giugno, a causa dell'umidità poi si formavano delle pozze d'acqua sotto il letto e in bagno avevamo dei Rorscharch di muffa sui muri che stimolavano parecchio la mente durante le sedute in 'biblioteca'. Quando siamo andati via il padrone di casa calabro-aostano si è fatto ripitturare la casa e ci ha detto che si teneva la cauzione di 3 mesi perchè siamo stati noi a voler andar via, mica lui a buttarci fuori. Sì è vero, però le blatte ci spostavano il letto verso la porta di ingresso, forse non si erano messi d'accordo? Naturalmente affitto per il 75% in nero, nonostante le nostre proteste. Ma con un figlio in arrivo e ZERO case in affitto ci si rivolge un po' al primo stronzo che capita. Il nostro era bello grosso e portava il parrucchino.
Quindi abbiamo deciso di riprenderci i nostri mobili dal magazzino e di trasferirci in un appartamento più a misura d'uomo e non di pipistrello. Questo trasloco, come il precedente, si fa con la nostra macchina ammazzandole gli ammortizzatori e facendo più o meno una ventina di viaggi Torino-Aosta quasi tutti in notturna, dopo il lavoro. Dal 2005 sono passati alcuni anni di calma, nasce la mia unica figlia che non si è fatta un trasloco in pancia, si lavora e ci si chiede se da vecchi pensiamo di ritrovarci là, su quel terrazzo, a contemplare i ghiacciai mentre il sole tramonta dietro al Gran Paradiso. Ci siamo sforzati di fermarci, di farci piacere tutto proprio tutto e abbiamo cercato anche di non ubbidire a quegli strani impulsi di irrequietezza, che non sono nè malcontento, nè insoddisfazione, ma che comunque ti scavano sotto i piedi e tutto intorno, ti fanno venire voglia di immaginarti lontano a fare altro, conoscere altra gente ad assaggiare altri cibi, sentire altri odori. E' questo il periodo in cui abbiamo pensato al Canada, ma in fondo in Valle non si stava male, certo gli amici erano pochi, ma i bambini stavano bene e gli stipendi erano ottimi. Sembrava di stare in una bolla, la crisi del 2008 non si sentiva in quell'angolino d'Italia, i servizi erano addirittura esagerati: autobus a chiamata e posti al nido garantiti con maestre ottime e molto preparate. Nel 2010 alla fine decidiamo di tornare in Piemonte, verso spazi più aperti e paesaggi meno estremi, più vicini al mare...dopo un po' le montagne ti si stringono intorno e ti tolgono l'aria, le ore di luce sono poche, in inverno si vede il sole solo per 3 ore, a destra, a sinistra e davanti siamo circondati da catene montuose oltre i 2000 m. Questa volta, sarà l'età, ci siamo rivolti a qualcuno con potenti mezzi, finalmente il nostro primo trasloco fatto da professionisti! Arrivano all'alba, caricano tutto su due furgoni e ripartono in direzione Mondovì: solo che a metà strada la polizia li ferma, porta i furgoni al peso pubblico, li trova in eccesso di 5 kg e gli fa una mega multa da 400 euro...perchè poi è anche giusto rompere i coglioni alla gente onesta che lavora. Chi si fa la Batcaverna in pelle di culo di operaio invece gira tranquillo in Porsche. Mio marito si fa il viaggio dietro ai camion in moto, sotto al diluvio universale. La Provincia Granda ci accoglie a braccia aperte insomma. Io sto sulla Pandina dietro con il terzo figlio in arrivo e gli altri due che si menano sul sedile posteriore. Ordinaria amministrazione: li minaccio di abbandonarli in piazzola e loro continuano a pestarsi in modalità silenziosa. Perfetto.
Qui 2 anni sono passati in fretta, nel frattempo ci siamo resi conto di quanto vivessimo al riparo da tutto in Valle d'Aosta. Qui la crisi c'è, non solo quella economica. Siamo passati dai filofrancesi ai leghisti e a dire la verità se dovessi decidere chi bastonare per primo....mi procurerei due bastoni. In pochi anni la situazione è talmente peggiorata ai nostri occhi che abbiamo deciso di tentare la fortuna e organizzare questo quarto trasloco, il più lontano e complicato di tutti. Come si fa a traslocare dall'altra parte del mondo? Le abbiamo pensate tutte...
Ipotesi A: vendiamo tutto. Sì ma nessuno compra Ikea di seconda mano perchè chi si fa la casa, o ha i soldi e si prende tutto strafigo e nuovo, oppure è talmente disperato che cerca di farseli regalare. Bocciata.
Ipotesi B: portiamo tutto in casa dai miei in Sardegna, tanto è quasi vuota. Preventivi per il traghetto e l'affitto dei furgoni? 5mila euro. Se vendo i mobili ne ricavo 4mila e secondo voi ne spendo 5mila per disfarmene? Bocciata.
Ipotesi C: falò e notte bianca in cortile, ingresso gratuito, consumazione alcolica 5 euro. Ancora in considerazione.
Ipotesi D: deposito per alcuni mesi in Italia, poi appena abbiamo un visto di residenza ordiniamo l'imbarco. Se l'ipotesi C è ancora in considerazione è grazie a questi 'professionisti' della logistica. Infatti ho fatto le prime telefonate 4 mesi fa, tutti mi hanno detto che assolutissimamente si può fare, lasci pure il numero di telefono domani la richiamiamo. Il telefono ha le ragnatele. Da Livorno non vengono perchè 2 ore di viaggio sono troppe, da Torino non vengono perchè un'ora di viaggio è troppa, da Alassio vengono di sicuro anche se il titolare dell'azienda ha sbuffato e ha detto 'Diobono fino lì' (30 minuti di viaggio in autostrada), ma non sono in grado di farmi un preventivo preciso per la spedizione, da Fossano vengono, ma possono solo dirmi quanto è il deposito, della spedizione si devono ancora informare (da marzo). Secondo me poi a Fossano accadono fatti strani, chiamo una volta a settimana da mesi ormai e la signorina non ha ancora trovato il titolare dell'azienda. Sarà meglio assicurare tutto, che ne dite?
In sostanza frugando qua e là sui siti governativi questi signori titolari di aziende di logistica non sono in grado di decifrare le informazioni perchè sono in inglese. E lo dicono pure, 'ste facce di merda. Signori smettetela di piangere miseria per la crisi, dite che non si lavora, che ci sono solo tasse e burocrazia, quando poi a sventolarvi 10mila euro sotto il naso chiedendovi solo di fare il vostro lavoro, non siete in grado di trovare un passaggio merci per un cazzo di container da sei metri. Uno che ha fame davvero ci monta su e inizia a remare. Ci vediamo tra 2 anni in NZ.
Quindi nella nostra testa i fatti sono questi: deposito, nostro via libera alle operazioni dalla NZ e trasporto del container su nave cargo. Il trasporto durerà dai 2 ai 3 mesi, non ci sono garanzie certe su cosa si riceverà alla fine, danni, misteriose sparizioni...tutto dipende da chi avrà il compito di sorvegliare ed organizzare tutto, se andiamo di questo passo nel container troveremo un paio di opossum clandestini e nient'altro.
Note a margine ma fondamentali: le tasse per sdoganare le proprie cose sono diverse a seconda del visto, chi ha un visto temporaneo, o uno student visa deve pagare molto di più, chi ha un work visa o un resident visa di meno. Queste cose le aziende italiane serie dovrebbero saperlo, ma siccome sembra che sia scritto in aramaico antico a sentire le segretarie, sarà meglio che vi mettiate voi interessati a spulciare le informazioni, facendo anche domande specifiche agli ufficiali tramite mail o telefono. Ad esempio bisogna segnalare l'attrezzatura da campeggio, i veicoli vanno stargati, le pipe si possono portare solo se ornamentali e molto ben pulite...
Allo stato dei fatti, dato che le aziende italiane non si degnano o non ce la possono fare, lasciamo a loro solo il deposito e il perchè si capisce bene se si va a frugare nei siti delle aziende che lavorano abitualmente con la NZ. Ad esempio la Crown Relocation. La Crown è cara, però vengono a casa vostra, si prendono le chiavi, ve la smontano, ve la infilano nelle scatole catalogando tutto e vi dicono loro cosa si può portare e cosa no, calcolando anche le tasse. Poi c'è la Sevenseas che fa le stesse cose allo stesso prezzo. Io mi sono fatta il fantatrasloco sul sito di entrambi e la scheda che si compila è molto dettagliata, ti chiedono veramente tutto nel loro ordinatissimo menù a tendina suddiviso per stanze. Dopo qualche tempo mi arriva la chiamata della signorina della Crown, mi dice che ha analizzato il nostro fantatrasloco, che con il visto da studente si paga tanto, mi consiglia di aspettare e di chiamarli solo per il travaso dal deposito e la consegna a domicilio in NZ quando avremo il visto permanente. Col suo accento neozelandese (che mi mancava parecchio) mi spiega che posso anche portare la moto e mi suggerisce di stargarla per esportazione, chiede di tenere tutte le prove che gli elettrodomestici quasi nuovi siano stati comprati più di 1 o 2 anni fa per non risultare come importazione di beni dalla EU, ma semplicemente come trasloco di beni personali. Poi mi dice che siamo fortunati ad iniziare la primavera, da loro il bel tempo quest'anno non si è visto, e mi augura 'buongiorno'. Si corregge all'ultimo con un 'buonasera' e mi spiega che si è svegliata alle 5 apposta per chiamarmi. Io penso, come al solito, che sono strane creature e poi mi ricordo della cretina che cerca il titolare da mesi ormai, ignorando il fatto che esistono i cellulari dal 1990. Sembra una pubblicità progresso, ma poi questi sono i fatti, ve ne renderete conto anche voi e se ne sono resi conto quelli che l'hanno già fatto. Proprio oggi al Senato hanno tirato fuori la buffonata di far lavorare gli italiani una settimana in più, che per proprietà transitiva significa fare una settimana di ferie in meno, per tirare su il pil di 1 punto...e io mi scompiscio. Ma scusate, del pil che cazzo ce ne frega? Dai siamo obiettivi, quelli che lavorano per davvero hanno già dato, lasciamoli andare in vacanza...quelli che non fanno un cazzo continueranno a fare un cazzo prendendosi i soldini e il pil resta dove sta. La mia segretaria preferita continuerà a chiamare a mezza voce il suo titolare dalla sua stanzetta con vista sul deposito mentre si lima le unghie. Con una settimana in meno di ferie, lo chiamerà a mezza voce per una settimana in più.
I nostri weekend quindi sono impegnati nella cernita di cose inutili che però fanno parte della nostra vita. Cose che non ti ricordi neanche di avere, ma poi ad aprire le vecchie scatole dici 'noooooo questo nooooo, me lo voglio tenere'. E invece no, quello si butta...dammelo, molla, METTILO NEL SACCO!. Gngngngng.
Allora 4 settimane fa mi sono liberata di tutta la paccottiglia di carta che ho collezionato in giro per l'Europa, biglietti del Louvre, biglietti dei traghetti norvegesi, aliscafo verso le isole dell'Olanda, mesei di Berlino, cartina di Copenaghen, ingressi a teatro per il Rocky Horror, EuroDisney, campeggi in Spagna e Grecia. Io non andavo in giro con la macchina fotografica, ma conservavo gelosamente tutte le cartacce. Via, tutto al macero.
Mio marito con i lacrimoni ha buttato via tutte le sue vecchie magliette punk, le maglie dei concerti, le sue giacche 'alterna' e gli anfibi che ha messo per l'ultima volta forse nell' '89 ed erano duri e croccanti. Già che l'armatura da cross gli si era sciolta addosso l'ultima volta che è andato a girare, sarà perchè era vecchia di 25 anni? Sono cose che si tengono perchè si ha una prova tangibile del proprio passato, senza sembra davvero di essere nati ieri e si ha paura di perdere certi ricordi perchè mancano gli oggetti che te li riportano alla mente. Ma di fronte ad un trasloco epico come questo, se si tengono certe cose allora non si può proprio buttare via nulla...i libri poi...una tragedia. Come li devo trattare i libri? Quelli belli sì e quelli brutti no? I Meridiani sì perchè fanno ordine e i pezzi sparsi no perchè sono di altezze diverse? Ma poi quelli in italiano? Quelli che ho già letto, quando li riapro? E i miei figli saranno in grado di leggere l'italiano? E che senso ha portarsi un libro di autore inglese tradotto? Ok, sono PIPPE. Ma sono un migliaio di pippe, 12 metri di libreria che tra l'altro fa la sua porca figura. Sono aperta a suggerimenti. E anche un po' disperata. La nostra idea sarebbe di mollare i libri moderni che giudichiamo scadenti e portarci dietro la letteratura, i Meridiani, le storie della letteratura, i libri che ci sono piaciuti tanto, il resto via, regali per chi li vuole o macero.
Poi c'è stato il momento: 'che ne facciamo dei fumetti?' Una ventina di scatole piene di collezioni complete di fumetti dal 70 ad oggi, Peanuts, Eureka, Albi d'Oro, Lupo Alberto e Cattivik. Di tutto. Venderli no, ma a chi lasciarli? Chiamiamo le biblioteche. Una dice che non ha posto, una dice che non sa di cosa parlo, l'altra dice che glieli devo portare tutti e poi decidono se tenerli o no. MMMMMmmmm. A Francoforte li vogliono per la biblioteca italiana e se li verrebbero pure a prendere. Possibile che in Italia non li vogliano??? Alla fine ho trovato la Biblioteca del Fumetto di Cremona, hanno una scuola di fumettistica e organizzano anche alcuni musei e mostre, al telefono mi assicurano che li terranno bene e saranno usati. Resta il trasporto, al momento sono in attesa, speriamo bene.
Tutto quello che lascio a qualcuno, che vendo o che regalo, mi porta via le viscere, 'fanne buon uso' per una libreria dell'Ikea che non ci serve più fa un po' ridere, ma insomma, non trattatele male per favore.