Vita da campus
In questi quasi 2 mesi di NZ le più grandi ghignate me le sono fatte nel campus della Otago University...c'è una goliardia spensierata tipicamente da campus che mi mette di buon umore, specialmente al mattino, quando percorro i 15 minuti che separano il posto in cui parcheggio dall'ingresso del Burns Building in cui ho lo studio. Quando piove ovviamente non succede niente: tutti si trascinano sulle infradito verso le aule, a testa bassa, nessuno parla.
Quando esce il sole gli studenti si raggruppano fuori dai propri flat e si vede da lontano che sono impegnati ad organizzare qualche malefatta.
La settimana scorsa tre ragazze sono uscite a 200km all'ora dal loro appartamento, urlando come delle pazze. Ho pensato che ci fosse il serial killer di Scream col coltellazzo in mano ad inseguirle, mi sono fermata presa dal panico e ho acchiappato il cellulare al volo dalla borsa. Loro si sono fatte 200 metri di corsa, scalze e in pigiama, e si sono buttate nel fiume: una è riuscita ad atterrare in piedi, l'altra ha fatto 10 metri col culo sul fango e l'ultima ha tirato una facciata micidiale per terra. E' rimasta ferma immobile per almeno 30 secondi e poi lentamente ha iniziato a trascinarsi ridendo come una scema giù verso il greto del Leith. Dietro, in tutta calma, stavano arrivando 2 ragazzi con un cronometro e un barile da 20 litri di birra. Alla vista del barile di birra li ho fanculizzati ad alta voce e loro mi hanno gridato ridendo 'Treasure Hunt! No Worries!'. Ma andate a cagare voi e la caccia al tesoro!
Ieri mattina invece, erano circa le 9.30, ho visto 2 ragazze che camminavano spingendo un carrello del supermercato pieno fino all'orlo di quello che da lontano mi sembrava un enorme sacco di iuta. Ok magari devo cambiare le lenti a contatto, ma non potevo immaginare che dentro ci fosse un ragazzo completamente nudo e incosciente. Ho deciso di non scompormi...il buon proposito per i successivi 30 secondi doveva essere andare dritta e fare finta di nulla. Mi sarebbe anche riuscito bene se solo incrociandoli non avessi notato che il coglionazzo in questione aveva il culo a quadratini viola fucsia, cioè...aveva dormito nudo dentro al carrello della spesa e, siccome più che di sonno probabilmente si trattava di coma etilico, non si era scomposto di fronte al freddo e ai versamenti di sangue che gli chiazzavano schiena, gambe e sedere. Io non ho potuto fare a meno di strabuzzare gli occhi e scoppiare a ridere: le 2 ragazze hanno liquidato la cosa come 'yeah, we know, he is a jerk', 'Well that's true, consider the idea of taking a picture anyway...it could be useful.'...'oh that would be fEntEstic!'...sei fottuto amico.
Ultimamente poi si sono messi tutti a scrivere sui vialetti del campus con i gessi colorati, dichiarazioni d'amore di ogni genere, da 'Mary, mi vuoi sposare?' a 'Ashton, sei l'unico e solo', passando per 'Ailie sarai sempre sulla punta del mio...' e sotto il disegno di un cazzo enorme. Che poesia.
Sempre in questi giorni io e mio marito, mentre mangiavamo sotto un albero, abbiamo visto sfrecciare alla chetichella un individuo piuttosto disordinato e sporco, niente di strano per carità, ce n'è di peggio in giro e non destano sospetti, se non fosse stato che era un po' troppo vecchio per essere uno studente. Dietro di lui con passo veloce sono arrivati i guardiani del campus in uniforme e giacca gialla fosforescente, alcuni si stavano parlando nel colletto della camicia come i Men in Black e tutti alla fine si sono trovati d'accordo: 'Ok then, call Atawhai'. Atawhai è il soprannome del responsabile dei Campus Watchers, è un maori di 2 metri, tanto largo, ma tanto però...e ha due badili al posto delle mani. E lo chiamano 'Gentilezza', che fenomeni di bastardaggine...Il nonnetto forse era scappato da qualche struttura psichiatrica e aveva commesso il fatale errore di entrare nel campus, che sembrerà anche il posto più casinaro di Dunedin, ma non succede nulla che non debba accadere. Telecamere, colonnine dell'SOS, tutele per le ragazze che girano da sole di sera, codici di ingresso in ogni struttura dopo una certa ora...insomma la sicurezza c'è, ma non è di quel tipo che vengono a prenderti per i capelli se fai una pirlata innocua, per quanto fastidiosa possa essere o sembrare. Un esempio eclatante? Qualche settimana fa, all'inizio di agosto, alcuni ragazzi in canotto gonfiabile hanno avuto la brillante idea di fare rafting nel fiume del campus rischiando ovviamente di spalmarsi sulle rocce, le ragazze facevano il tifo per il loro team di vogatori saltellando sugli argini, che però erano a rischio visto che c'erano state delle piogge molto abbondanti e già da qualche giorno il Leith era sotto monitoraggio. Dato che fare rafting nel Leith non è esattamente una cosa consentita, ma al limite se ti ammazzi sei pubblicamente proclamato cretino del mese, ai ragazzi è stato consentito di arrivare fin dove erano in grado (da vivi), le ragazze invece sono state allontanate dal bordo dalle guardie del campus. Sempre loro alla fine hanno pescato questo manipolo di minchioni in costume da bagno e li hanno portati, fradici e contusi, in commissariato tra risate e scuotimenti di testa bonari...ma comunque in commissariato ci sono finiti.
Tra le varie storterie offerte dal campus c'è il pranzo a 3$ cucinato dagli Hare Krishna dal lunedì al giovedì, il venerdì invece c'è una coppia di indiani. A parte il fatto che è tutto troppo buono...l'idea di pagare 2 euro scarsi un piatto pieno di cibo indiano che in Italia mi sarebbe costato almeno 20 se non 30 euro mi fa allargare il sorrisone da Stregatto. Quando cucinano gli Hare Krishna i tavoli della sala comune spariscono...si mangia per terra, sdraiati, seduti, in ginocchio, come vi pare, senza posate, il cibo si afferra con le mani oppure si fa scarpetta con il naan, la sala è più calda del solito, si fanno due chiacchiere in tranquillità. La signora che aiuta i ragazzi a servirsi chiede loro di sorridere...alleluia. Ovviamente al primo giro tutta la roba fritta era nel nostro piatto, ma promettiamo solennemente che dalla prossima volta cercheremo di bilanciare meglio gli apporti calorici. VERO?
Comunque il momento più illuminante che ho avuto in questa università è stato quando ho scoperto per quale motivo i bagni sembrano troppo stretti. E infatti quando sono entrata la prima volta (ok avevo lo zaino in spalla) sembrava non ci fosse abbastanza spazio per girarsi...nel senso che sarebbe davvero stato più comodo entrare in retro, già pronti alla seduta. E mi sono stupita perchè, insomma, è tutto strafigo, niente è lasciato al caso, possibile che si finisca anche qui come negli ospedali in Campania con le sale operatorie di ultima generazione e gli ascensori troppo stretti per farci passare le barelle? Naaaaa, è solo un'illusione di ristrettezza, perchè in realtà i signori architetti della Otago hanno fatto montare il distributore di carta da culo sia a destra che a sinistra, ad hoc per chi comodamente vuole raggiungere il rotolino felpato con la mano che preferisce. Sei destro? No problem. Sei mancino? Ahah pensavi di fregarci...ecco qua. E sulla porta del cesso trovate le istruzioni su come lavarvi le mani in maniera corretta quando avete finito. Nel caso...
Qualche domenica fa, nel campo di rugby dietro all'università si è tenuta la partita di nude rugby: dato che la cosa è difficile da descrivere magari prima leggete e poi guardatevi il video che vi posto...fatevi 2 risate in compagnia. https://www.3news.co.nz/Victory-for-Nude-Blacks-in-years-only-match/tabid/317/articleID/269427/Default.aspx
Due squadre di maschi nudi, i nude blacks e gli springbox, la squadra di nude rugby rispettivamente nz e sudafricana, contornati da una decina di ragazze in bikini e tutù da ballerina si sono massacrati di palpate durante una partita interrotta più volte dalla partecipazione attiva dei tifosi e da qualche divertente pirlata. Tra il pubblico suore vere, studentesse travestite da suore, preti veri, preti travestiti da suore e studenti travestiti da preti. Gli studenti si sono preparati per l'evento gonfiandosi di birra e portandosi sulla schiena vari divani a tre o più posti da casa fino a bordo campo per guardarsi la partita comodamente seduti, ovviamente con qualche cassa di birra al seguito. Da non perdere l'haka nuda e la risposta degli avversari, che hanno iniziato la partita con il sedere infilato in uno scatolone sostenuto da bretelle, il cosiddetto 'pacco'. Non avendo posto per gli sponsor o per i colori delle squadre i giocatori indossavano una fascia al braccio per riconoscersi e il nome dello sponsor gli è stato tatuato sul culo con inchiostro nero, stile perizoma. La gente radunata era pronta a farsi delle grandi risate e i giocatori erano altrettanto goliardicamente pronti a essere presi ferocemente in giro e a ridere col pubblico. La cosa bella è che qui si può godere di questo genere di stupidaggini senza sentirsi in colpa, non in senso pudico, ma in senso generale...quante volte negli ultimi mesi in Italia di fronte a certe scene ritenute dai più 'esilaranti' ci siamo guardati con aria interrogativa e ci siamo detti 'oh a me non fa un cazzo ridere'...l'umore schiacciato dalle preoccupazioni, dai fatti politici sempre più grotteschi, dai soldi che magicamente sparivano ancora prima di andare a fare la prima spesa del mese al supermercato, dalle code davanti ai negozi di smartphone, nonostante tutto. Eppure adesso ci è tornata la voglia di ridere di certe stronzate, consapevoli che in fondo un po' di spensieratezza ce la meritiamo tutti. Ci stiamo disintossicando. Certo due calci in culo a chi dorme davanti ai negozi per potersi comprare 1000euro di Iphone con i soldi di mamma e papà...non diciamo di no.